lunedì 12 luglio 2010

La Mano di Fatima di Ildefonso Falcones


L'anno scorso avevo letto il libro per merito del quale Ildefonso Falcones è entrato nel mondo del successo, La Cattedrale sul Mare.
Qualche giorno fà ho finito di leggere quello che possiamo già considerare il suo secondo successo: La Mano Di Fatima.
Premesso che ambedue i libri hanno un forte impronta che ricorda molto lo stile di Ken Follett, restano comunque due opere che conquistano e che si fanno divorare pagina dopo pagina.
La trama si rifà a vicende realmente accadute che ruotano attorno alla ribellione dei moriscos in Spagna nei confronti dei cristiani.

Siamo nella regione di El Andalus, oggi chiamata Andalusia.
Nel paesino di Juviles vive Hermando,nato dal frutto della violenza di un sarcedote nei confronti di una donna morisca.
A causa dei suoi occhi azzurri, ereditati dal padre cristiano,Hermando è odiato dalla maggior parte dei moriscos, patrigno compreso.
Viene etichettato come il Nazareno, nomignolo che lo manda in bestia ogni volta.
Vive facendo il mulattiere assieme al patrigno Brahim, e cresce imparando sia la religione mussulmana che quella cristiana.
La rivolta dei Moriscos cambierà letteralmente la sua vita.
Proprio durante la rivolta, nel bel mezzo di un massacro, conoscerà Fatima, per la quale perderà letteralmente la testa.
Gli eventi divideranno e riuniranno Fatima e Hernando più di una volta nel corso delle loro vite.
Proprio quest'ultimo passerà dall'assoluta povertà alla ricchezza e viceversa da un giorno all'altro e sempre contro la sua volontà.
Per portare avanti la sua lotta per la libertà del suo popolo diventerà il più cristiano dei cristiani, arrivando a farsi odiare perfino dalla sua stessa madre.
A volte le coicindenze che lo colpiscono sono paradossali.

Personalmente, posso dire di averlo apprezzato moltissimo, non per niente ho letto più di 900 pagine in meno di una settimana, rubando ore al sonno ogni sera.
Cosa normalissima, quando un libro ti appassiona e ti conquista fin da subito.

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